Repubblica
si è addentrata per un poco nel famigerato mondo delle poste, dei
ritardi postali, del malfunzionamento postale. Qui vi riporto il mio
intervento riguardo all'articolo, che ho lasciato sul blog.
Se vi va fate girare e ricordatevi che la raccolta firme è ancora aperta, quota mille si avvicina...
Repubblica e il tortuoso viaggio negli inferi postali
Su Repubblica.it è stato pubblicato questo articolo in cui si segnalano i vari disservizi che Poste reca ai cittadini, e alcune semplificazioni che gli stessi suggerirebbero. E se è vero che Poste è lontanissima dal servizio desiderato dai cittadini, è altrettanto vero che quest'ultimi sono lontanissimi dal percepire la realtà dei fatti.
Con umiltà e capo cosparso di cenere ho provato a rispondere ed integrare quell'articolo così:
Gentilissimi di Repubblica,
gentilissima Piera Matteucci,
inizio
col dare per scontato che la nostra sia una realtà vivace, in
movimento, e che internet possa colmare alcune lacune del servizio
postale, come essere ben più veloce. Credo che in futuro non saranno
solamente i proprietari di partita iva ad usare la Posta elettronica
certificata, e che l'uso della rete sarà sempre più ampio.
Tuttavia
ad oggi il servizio postale è e rimane indispensabile, per recapitare
bollette, per recapitare avvisi, telegrammi, documenti a firma e
quant'altro per tutti coloro che non posseggono una casella Pec. Non è
pensabile ad oggi che Enel fatturi ai suoi clienti tramite Pec, poichè
raggiungerebbe una percentuale infinitesimale della sua utenza.
Permangono,
quindi, nell'attuale, i problemi da risolvere, i "disservizi", in
attesa che la nazione si evolva a ritmo di clic, e, come tra poco
svelerò, i problemi aumenteranno in maniera esponenziale nel giro di nemmeno un mese.
Mi
presento: sono un lavoratore degli appalti postali. Poste Italiane dal
1999, quando era ancora Ad Corrado Passera, indice gare d'appalto con
cui esternalizza alcuni servizi come, ad esempio, il recapito delle
raccomandate, o le linee "dedicate" (consegna di tutta la posta a grandi
condomini o utenze pubbliche come Inps o Inail e altri lavori interni).
Essendo
partner di Poste Italiane le agenzie per cui lavoriamo, io ed i miei
colleghi (più di 3000 in tutta Italia), siamo controllati severamente da
Poste Italiane nel pieno della nostra efficienza. Raramente nel nostro
quotidiano ci sono consegne errate o diluite in archi di tempo maggiori
di tre giorni. Siamo un servizio privatizzato efficiente, che funziona,
come certificato da Poste stessa.
Purtroppo,
dal 1 luglio, circa 2000 di noi perderanno il posto di lavoro perchè
nel 2012, anno di scadenza dell'ultimo appalto, Poste ha deciso di NON
bandire il 60% delle gare precedentemente assegnate, e di ridurre la
quota di fatturato nel restante 40%. In pratica Poste Italiane
reinternalizzerà il 60% del lavoro che aveva assegnato a ditte esterne,
per poi ripartirlo tra i suoi attuali dipendenti. Non sono segnalati o
tangibili futuri investimenti di Poste in strutture, formazione, o
assunzioni: tangibili sono solamente i tagli interni ed esterni, tesi ad
ottimizzare ancora di più i profitti di un'azienda in continua crescita
(846 milioni di utile nell'ultimo anno, trend in continua crescita).
La
domanda è: come faranno i nostri colleghi portalettere, che già ad oggi
faticano a coprire le zone assegnate, a consegnare per tempo tutta la
corrispondenza, a caricarsi di ulteriore lavoro?
Se
già ad oggi il servizio non funziona, e ne è prova questo vostro
servizio, come le 323 interrogazioni parlamentari presentate lo scorso
anno per segnalare il malfunzionamento di Poste, come potrà funzionare
con 2000 persone in meno?
La
risposta è ovvia: funzionerà in maniera ancora peggiore, e a farne le
spese saremo noi, dipendenti "figli di nessuno", e voi, che troverete
nella cassetta delle lettere bollette scadute, che perderete ore per
inseguire una raccomandata, che farete code agli sportelli ancora più
lunghe e stressanti.
Per cui vi segnalo la nostra lotta: abbiamo realizzato un blog, Truppedappalto, in cui raccontiamo le nostre azioni, sostenuti da il Popolo Viola, dal tg3, da Informare per Resistere, da Articolo 21 e da L'isola dei cassintegrati.
Abbiamo pubblicato un video che è stato visitato moltissime volte, e
stiamo raccogliendo le firme per scongiurare la fine del nostro lavoro
(firmate anche voi! Vi riguarda in primis!). La raccolta firme è
ospitata da Articolo 21 qui:http://www.articolo21.org/2012/05/firma-lappello-no-al-licenziamento-dei-2000-lavoratori-transystem/ e tra i nostri testimonial, tra le firme, potrete trovare Franca Rame, Mauro Biani, Vittorio Agnoletto, Debora Serracchiani, Paolo Ferrero, Ermete Realacci, il Trio Medusa ed alcuni deputati come l'on. Codurelli.
In parlamento il gruppo del Pd e l'Idv, assieme a Giuseppe Giulietti
(Misto-art.21) stanno lavorando per cercare di tutelare noi ed il
sistema.
Se non ci riusciremo, se non ci riusciranno, non ci resta altro che augurarvi Buona Fortuna.
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