Appaltati
e Scontati a Palermo
Negli anni novanta, in Italia si è evoluto un processo
di rinnovamento delle cosiddette pubbliche utilità.
Le Poste, seguendo gli indirizzi imposti dalla Comunità
Europea, attraverso il Libro Verde e successive direttive, si sono
dovute adeguare: liberalizzare, privatizzare, aumentare la qualità
dei servizi offerti agli utenti/clienti, oltre alla necessità di un
risanamento finanziario.
Poste Italiane, è passata da un disavanzo, che nel
1993, era di circa 3.000 miliardi di vecchie lire, al conseguimento
nel 2011, per il decimo anno consecutivo, di un utile d’esercizio
(ultimo pari ad 846milioni di euro), e soprattutto, ad un sensibile
miglioramento della qualità del servizio offerto ai cittadini. A
tutto questo, in piccole proporzioni, hanno contribuito anche le
Agenzie di Recapito sparse nelle principali città del Paese,
che da sempre lavoravano in deroga (concessione) al monopolio
postale.
La prima collaborazione Poste/Agenzie, si ebbe
nel 1990 (all’epoca Amm./ne Postale) per arginare le carenze nel
servizio di recapito. L’accordo, che durò circa 5 anni, aveva
assegnato alle più dinamiche e flessibili Agenzie di Recapito in
Italia (12), fra cui Palermo, il compito della consegna di Espressi e
Telegrammi. Nel 1994, in concomitanza del passaggio da “Amm./ne PT”
ad “Ente Poste”, l’accordo, che per altro aveva dato buoni
risultati, terminò e nel 1995 i dipendenti delle Agenzie, assunti
per quel compito, transitarono assieme al lavoro all’interno a
“Ente Poste”.
Le Agenzie di Recapito continuarono a lavorare in
concessione con lavoro proprio come facevano prima del 1990.
Nel 1999, con la Legge 261, lo Stato Italiano,
privilegiava Poste Italiane, affidandole tutto il Servizio Universale
e l’area riservata, togliendo la modesta area di competizione fino
a quel punto concessa a circa 70 Agenzie di Recapito “concessionarie”
in tutta Italia che da molti decenni operavano nell’ambito
cittadino secondo limiti territoriali imposti dalla “Concessione
Ministeriale” e ponendo limitazioni sul tipo di corrispondenza. Di
fatti, dal 2000 tali imprese avrebbero dovuto cessare ogni attività,
con una ricaduta sui livelli occupazionali di circa 2.500 esuberi.
Nella stessa legge veniva inserita una “Norma Transitoria”,
voluta dal Parlamento e strutturata in accordo con i vertici di Poste
italiane, che consentiva a quest’ultima di stipulare accordi con
gli ex concessionari, (art. 23, comma 5 ), al fine di ottimizzare i
servizi, favorendo il miglioramento della qualità dei servizi stessi
anche attraverso l’utilizzazione delle professionalità già
esistenti; al fine di ottimizzare i servizi e preservare
l’occupazione complessiva del settore.
Pertanto, dai legali delle parti, veniva stipulato un
accordo che prevedeva, fino al 31/12/2006, che Poste Italiane
affidasse, nell’ambito cittadino di riferimento di ogni Agenzia
di Recapito, il recapito delle Raccomandate accettate a livello
nazionale e di contro le Agenzie avrebbero cessato di accettare
corrispondenza dai propri clienti.
Nel nostro esempio di Palermo, le due Agenzie, divenute
ex concessionarie, “LAMPO e FULMINE” si accordarono dando
tutto il loro traffico di corrispondenza a Poste Italiane, che doveva
garantire così, a sua volta, lo stesso livello di fatturato.
Questa sinergia, malgrado la proposta fatta da poste
Italiane di cambiare la tipologia dell’accordo e passare dalla
consegna delle raccomandate a quella di altri servizi, è destinata a
finire. Infatti nel 2006, una direttiva Europea, stabiliva che gli
affidi dovessero essere assegnati tramite gare, ma le Agenzie LAMPO
e FULMINE non avendo più il titolo di concessione, anche con gli
stessi parametri di gara, sarebbero state tagliate fuori dalla
competizione, che, per effetto del Decreto 261/99, divenute mono
committenti, non potrebbero più operare, con conseguente serio
problema occupazionale.
Per risolvere tale problema è intervenuto il Governo.
La discussione della “IX Commissione Permanente” del 15/11/2006,
così recita “…..Da parte sua la società Poste Italiane ha
stipulato accordi di collaborazione, ai sensi dell’art.23, comma 5,
con gli ex concessionari, accogliendo l’invito rivolto a suo tempo
da questa commissione, in occasione dell’emanazione del già
richiamato Decreto Legislativo n° 261 del 1999, di farsi carico del
problema di natura sociale e occupazionale delle Agenzie di Recapito
ex concessionarie….. “ Il nuovo contratto (peggiorativo)
firmato tra Poste Italiane e Agenzia Lampo in data 27/12/2006 e le
interminabili diatribe tra le suddette società, hanno creato
uno stato di crisi aziendale, con conseguente rinuncia della
commessa da parte della Lampo s.r.l. Quindi Poste Italiane
internalizzava il lavoro di Lampo in data 24 marzo 2007 ed i
lavoratori (26) sono stati tutti licenziati i primi di maggio 2007 al
termine delle procedure di mobilità “ex legge 223/91”.
Due pesi e due misure !
Si sottolinea che nel 2002, non venendo meno ai propri
impegni assunti , Poste Italiane ha salvaguardato i livelli
occupazionali dell’ex concessionaria, Agenzia Ventura di Catania,
venuta meno alla commessa affidatagli, trasferendo la commessa ed il
personale della suddetta Agenzia all’altra ex concessionaria in
loco (Agenzia Palma).
Ci si chiede:
come mai non è stato usato lo stesso metro nel 2007 per
i lavoratori dell’Agenzia LAMPO di Palermo, considerato che vi era
in loco la presenza di un’altra ex concessionaria (FULMINE)?
Nel “Memorandum” sottoscritto l’11/12/2007 dal
Ministero delle Comunicazioni, Poste Italiane S.p.A. ed Agenzie di
Recapito, all’art.5, viene ribadito un evidente impegno delle parti
di tutelare al massimo i livelli occupazionali degli impiegati delle
ex concessionarie, …..“Al fine di salvaguardare al massimo i
livelli occupazionali, Poste inserirà nella gara, le città servite
dagli ex concessionari”…..; al punto c) …..”in relazione ai
lotti che vengono aggiudicati alla singola azienda, assumere i
lavoratori impiegati presso le agenzie precedentemente titolari del
servizio”….. Il bando di gara di € 1.862.093,00 per i lotti di
Palermo, avrebbero di certo risolto i problemi occupazionali del
settore, invece, a luglio 2008 ci ritroviamo ad aggiungere
a i 26 lavoratori della Lampo, anche i 27 lavoratori della
Fulmine, non essendo stata aggiudicata la gara.
Con una lettera datata 28 ottobre 2008, inviata al
responsabile delle Risorse Umane di Poste Italiane, la SLC CGIL
Nazionale, si è fatto carico di chiedere una soluzione a tempi
brevi, a garanzia della salvaguardia dei livelli occupazionali a
Palermo.
A fine anno 2009 viene indetto un nuovo bando di gara,
altra tegola per i lavoratori delle ex concessionarie a Palermo, che
destina soltanto un lotto con una base di circa € 800.000,00 annui
per un periodo di 18 mesi più un eventuale anno di proroga (senza
alcun limite di ribasso).
Al 31/03/2010 la gara viene affidata ad un consorzio
Palermitano con un ribasso che porta la commessa a € 566,770,00
annui.
Ci vuole poca immaginazione a capire fin da subito che
ciò avrebbe comportato un esiguo reimpiego dei lavoratori delle ex
agenzie.
Non sono valse a nulla le proteste verso Poste Italiane.
Oggi ci ritroviamo con circa 18 lavoratori ancora in
mobilità in deroga.
Poste Italiane, in questi giorni, a bandito un lotto di
gara per Palermo di € 508.886,00, senza nessuna considerazione
dello stato di crisi che attraversa il paese, continuando ad ignorare
la realtà territoriale di Palermo e venendo meno alle
“raccomandazioni” della Commissione Permanente del 2006 in ordine
al ruolo sociale di Poste Italiane, anche a garanzia della
salvaguardia dei livelli occupazionali,
Ora basta!
Non più Appaltati e scontati!
Denunciamo,
il continuo comportamento sleale di Poste italiane, che
persiste nella sua posizione dominante di ex monopolista, condanna
tutto il settore ad una lenta agonia.
chiediamo
alla
segreteria nazionale SLC-CGIL che nei tavoli di contrattazione si
tenga presente che Poste Italiane è venuta meno agli impegni presi,
e che per quanto riguarda Palermo, non ha mantenuto gli accordi
firmati con le ex concessionarie ignorando completamente l’art. 23,
comma 5 del Decreto Legge 261/99, all’art. 5 ed al punto c del
“Memorandum” ed all’art. 7 del CCNL di categoria.
Chiediamo
che
nei bandi di gara sia reinserito il secondo lotto pre esistente o, in
alternativa, sia aumentato quello esistente in rapporto alle esigenze
dei lavoratori delle ex concessionarie attualmente in ammortizzatori
sociali in deroga.