venerdì 15 giugno 2012

TUTELARE PICCOLE IMPRESE DOPO LIBERALIZZAZIONI

 POSTE: VELO (PD), TUTELARE PICCOLE IMPRESE DOPO LIBERALIZZAZIONI
Scritto da com/bat


(AGENPARL) - Roma, 30 mag - “Chiediamo al governo di esercitare un’opportuna vigilanza sulle gare di affidamento dei servizi postali, verificando che esse consentano la partecipazione di piccole imprese, nel rispetto dei principi dello Statuto delle imprese in merito al diritto di accesso alle procedure di evidenza pubblica delle micro, piccole e medie imprese. Tutti i soggetti interessati devono poi essere coinvolti in un tavolo di concertazione allo scopo di concordare e avviare nell’immediato un piano per lo sviluppo del settore postale con iniziative specifiche per le piccole imprese del recapito e per i lavoratori del settore, oltre che per il miglioramento della qualità e della quantità dei servizi resi all’utenza”. Lo dice Silvia Velo, deputata del Pd e vicepresidente della commissiine Trasporti, che ha presentato una risoluzione su questo ergomento. “Negli utlimi dieci anni il valore degli appalti affidati da Poste Italiane - prosegue Velo -, in controtendenza con l’auspicato processo di liberalizzazione servizio, si è ristretto: da un valore di circa 70 milioni di euro nel 2000, a 58 milioni nel 2008, a meno di 40 milioni nel 2011; le gare bandite di recente da Poste Italiane prevedono l’affidamento di servizi per un valore non superiore a 28 milioni di euro, con ricadute significative sulle imprese, anche in termini di occupazione. A fronte di ciò, gli operatori privati, circa 70 fino al 2000, si sono moltiplicati a dismisura; si calcola che oggi le imprese titolari di licenza siano oltre 2.500. L’autorizzazione all’esercizio del servizio viene concessa senza alcun controllo dei requisiti di solidità, tecnico-organizzativi, imprenditoriali delle imprese e degli addetti al servizio in un settore molto delicato che prevede anche il contatto con il pubblico, la sicurezza e la riservatezza della corrispondenza e degli utenti del servizio. Allo stato attuale risulta che sul territorio nazionale operano numerose aziende in regime di subappalto che non applicano il CCNL di settore”.

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